Pratiche del terremoto, il Comune ne ha evaso il 9% su 600 pervenute. L'opposizione: «Una vergogna»

TERAMO – «Imbarazzante l’immobilismo del Comune di Teramo sulle pratiche inevase del terremoto». L’attacco arriva da Flavio Bartolini e dagli altri esponenti del Pd e Teramo cambia intervenuti nuovamente sullo stato dell’arte delle pratiche a seguito di un recente incontro a Fossa tra i Comuni fuori cratere finalizzato a redistribuire ulteriori fondi per le pratiche da smaltire: ebbene il Comune si è aggiudicato solo 100mila euro su 15 milioni di euro da ripartire. Il motivo, per gli esponenti del Pd va ricercato nelle inadempienze sull’utilizzo dei fondi precendentemente stanziati: «4milioni di euro, di cui risultano ancora inutilizzati 3milio e 800mila euro». «Al di là della gravissima assenza del Comune di Teramo a questo incontro – spiega Bartolini – risulta inaccettabile la somma che il Comune si è aggiudicato di appena 100mila euro a fronte di comuni più piccoli, tipo Cermignano, che se ne è aggiudicati 400mila». Teramo è stata penalizzata sia a causa della superficialità di questa Giunta, che oltre a non aver speso i fondi utili a ossigenare le tante imprese del territorio, è stata bocciata dagli altri Comuni anche per non aver prodotto il documento di monitoraggio per illustrare lo stato dell’arte delle pratiche inevase». Il capoluogo, spiegano Manola Di Pasquale e Gianguido D’Alberto, ha smaltito solo il 9% di circa 600 pratiche. «Una vergogna -commentanto infine dall’opposizione – se consideriamo che Teramo sono coinvolti almeno 3 assessorati: Urbanistica, Lavori Pubblici, e Protezione Civile. Abbiamo tanti assessori adagiati sulle indennità a differenza di altri Comuni dove è stata fatta una reale spending review, questi sono i risultati vergognosi prodotti a discapito dei cittadini».